martedì 3 febbraio 2015

Una bavarese cioccolato ed arancia per il Coro che....fu


Va beh dai, ve lo dico: han chiuso il coro!
Ma che ci importa - direte voi - manco sapevamo che l'avessero aperto. 
Perchè...fai parte di un coro?
Ebbene sì, faccio....facevo parte di un coro che, da ieri sera, è chiuso.
Non è questione di poco conto perchè io ho sempre cantato, sin dall'età di 8 anni.
All'epoca mia, alle elementari esisteva "l'ora di canto". 
Atteso che la maestra trovava sempre un buon (e facile) motivo per punirci, non facendoci fare "l'ora di ginnastica" (ovvero lei non ne aveva voglia), quella di canto era l'unico svago concesso nel regime militaresco della scuola primaria di allora.
L'ora di canto non si saltava mai perchè c'era una maestra a ciò deputata, mentre non esisteva l'omologa di ginnastica.
Orbene, una mattina la maestra di canto organizzò una piccola audizione, convocando ogni singolo alunno per allestire un coro.
Al termine del mio "provino", io che di fondo ero timida ed insicura, ebbi la bella sorpresa di venire "ingaggiata". 
Per inciso, quella stessa mattina alcune compagne vennero invece escluse e certamente questo episodio non ne incentivò l'autostima, nè contribuì a render loro simpatici la maestra, il canto e la musica in genere....
Per me, invece, da quella mattina ebbe inizio una "carriera" da corista.
Cori parrocchiali, per carità, ma sempre di gente intonata avevano bisogno.
Dal coretto per ragazzini dove imparai anche alcuni semplici corali con polifonia, passai al coro del Gruppo Giovani per entrare nel quale mi battei onde esservi ammessa prima del tempo. E ci riuscii....E son soddisfazioni!
Nel coro del Gruppo Giovani si cantavano canti e canzoni da giovani, compreso quel "Dio è morto" di F. Guccini, fonte di polemiche e proteste a livello nazionale ma mai prese in considerazione dall'illuminato Parroco dell'epoca perchè, a dispetto del titolo, quella canzone terminava e continua a terminare affermando: "Dio è risorto!"
Giunta al Liceo, avevo alcuni compagni ed amici che cantavano in un Coro Polifonico vero e proprio Ciò significava plurime prove settimanali, organizzazione di concerti a livello cittadino, una certa (e non sana) rivalità tra le varie sezioni e tra i singoli (la gioventù anche questo - purtroppo - comporta) ma anche soddisfazioni.
Insomma...chiesi di entrare e venni ammessa.
Beh...diciamo che a quell'età non tutti brillano per simpatia ma cantare era il mio hobby e se anche non rifulgevo come una stella, tuttavia far parte di quell'armonia, che ascoltata dall'esterno mi affascinava, la consideravo una cosa avvincente.
Vi risparmio le alterne vicende di questo Coro, legate soprattutto all'età dei componenti (eravamo più o meno tutti coetanei), al nostro percorso di studi, alla ricerca ed al rinvenimento di un lavoro, ai matrimoni ed ai figli piccolini...
Il Coro chiuse per un periodo e dopo qualche anno, passata la "burrasca", su richiesta di quei medesimi coristi.....riaprì.
Se negli anni alcuni componenti non si sono limitati ad essere padri ma sono divenuti anche nonni, il tempo è trascorso anche per il Direttore del Coro che sempre è stato...il "padre" di tutti noi.
Un uomo dal carattere non facile, a tratti impulsivo, dall'ironia sferzante ma sempre e comunque carica di affetto e con le caratteristiche proprie di chi ha un cuore generoso.
Un uomo che ama la musica e...Dio.
Ora si è reso necessario prendere atto che alla nostra età, avere un impegno serale serio e costante, dopo una giornata di lavoro e con le preoccupazioni che derivano dalla quotidianità di una....non più giovinezza, può essere davvero e comprensibilmente pesante.
Le assenze...alternate non consentono più nè di imparare con sicurezza nuovi canti, nè di ovviare alle incertezze qua e là presenti per aver dimenticato quelli già conosciuti.
In una situazione di tal genere diventa impossibile stabilire date di concerti.
Una situazione di tal genere non è una sferzata di energia per nessuno e men che meno per il Direttore che è...padre di noi tutti
In una situazione di tal genere il coro...è chiuso
E con ciò si chiude anche la mia carriera da corista.
Queste le note semplicemente "esteriori".
Nel cuore di ognuno di noi sono racchiuse, poi, riflessioni e ricordi ai quali sarebbe necessario dedicare un altro post ma che forse, se scritte nero su bianco, potrebbero perdere la loro intensità, rischiando la banalizzazione.
E' da dire, infatti, che dietro a queste righe "salutisticamente" ironiche ed in linea con la vena toscana che mi attraversa, si nasconde un doloroso distacco da qualcosa alla quale, nonostante la fatica, tenevo molto e sono certa di non essere stata la sola.
Dedico, però, al Coro questo dolce dal sapore inteso di cioccolato ed arancia.
Intenso come la delicatezza e l'amore che tante volte abbiamo espresso in un canto che il cuore rendeva preghiera.

Si tratta senza dubbio di un dolce da occasione ma se decidete di provarlo, proponetelo al termine di un pranzo elegante e leggero.
Per quanto riguarda il pan di spagna al pistacchio, vi salteranno agli occhi certe "grammature da farmacista", il motivo è che ho realizzato questa base traendola da "Pasticceria Internazionale" del mese di aprile 2014 e ricalcolando le quantità per utilizzare gli albumi che avevo a disposizione ed ottenendo due torte da 20 cm di diametro.
Vi svelerò un segreto: io avevo in congelatore, già pronto, il disco di pan di spagna al pistacchio e, dunque, l'ho utilizzato; va da sé che potete benissimo realizzare un pan di spagna secondo la più classica delle ricette.


Bavarese cioccolato ed arancia (per 8/10 persone)

Pan di spagna  al pistacchio (2 dischi, h. 1 cm circonferenza 20 cm. Ne serve 1 soltanto)
130 g di albume
78 g di zucchero
130 g di tuorlo
52 g di zucchero
12 g di miele
6 g di pasta di pistacchio
110 g di farina

Preriscaldare il forno a 200° C.
In una ciotola montare l'albume con i 78 g di zucchero.
In altra eseguire la medesima operazione con i tuorli, il restante zucchero, il miele e la pasta di pistacchio.
Unire con delicatezza le due masse  e, quindi, la farina.
Stendere l'impasto all'interno di un cerchio da 20 cm e cuocere per 5-7 min.

Arance semicandite (secondo il procedimento di Sal de Riso)
Ingredienti
2 arance di media grandezza
medesimo peso di zucchero
20% del peso complessivo di liquore all'arancia
Affettare sottilmente le arance (io ho utilizzato l'affettatrice - spessore 4 mm).
Sistemare le fettine all'interno di una padella dal fondo largo, cospargendole con lo zucchero semolato.
Lasciarle a macerare per circa 30 minuti.
Porre la padella sul fuoco con fiamma al minimo e facendole sobbollire per 5 minuti.
Versare le fettine di arancia all'interno di un contenitore in ceramica insieme al loro sciroppo ed aggiungere il liquore.
Coprire con la pellicola e lasciare in infusione per circa 12 ore.


Bavarese al cioccolato
400 ml di latte
4 tuorli
40 g di zucchero a velo
punta cucchiaino di vaniglia in polvere
10 g di gelatina in fogli
600 ml di panna
2 cucchiai di liquore all'arancia
270 g di cioccolato al 72%

Scaldare il latte, al quale sia stata aggiunta la vaniglia, sino ad ebollizione.
Mettere in ammollo i fogli di gelatina in un quantitativo di acqua pari a 5 volte il loro peso
Nel frattempo sbattere i tuorli con lo zucchero a velo e far fondere a bagnomaria il cioccolato.
Senza smettere di mescolare i tuorli e lo zucchero, versarvi a filo il latte caldo e, travasata la crema in un pentolino pulito, riportarla sul fuoco sino al raggiungimento di 82° C.
Versare nel composto il liquore all'arancia.  
Lasciare che la temperatura si abbassi attorno ai 60° C ed unire, uno per volta i fogli di colla di pesce debitamente strizzati.
Infine versare la crema calda sul cioccolato, sempre mescolando. 
Emulsionare il composto ottenuto con il frullino ad immersione ed attendere che la temperatura si abbassi a 28° C.
A questo punto semimontare la panna ed incorporarla  delicatamente alla crema al cioccolato, con l'aiuto di una spatola e con movimenti dall'alto verso il basso.

Assemblare il dolce
Nell'attesa che la temperatura della crema al cioccolato si abbassi per consentire l'inserimento della panna semimontata, porre alcune fette di arancia  semicandita (io, 7) all'interno di un colapasta affinchè perdano parte dell'umidità data dallo sciroppo.
Riscaldare leggermente alcuni cucchiai di sciroppo di zucchero ricavato dalla semicanditura delle arance, aromatizzandolo, volendo, anche con 1 cucchiaio di liquore all'arancia.
Sistemare  il disco di pan di spagna su un piatto di servizio ricoperto di carta forno ed inumidirlo con lo sciroppo delle arance 
Tritare grossolanamente le fette di arancia e, montati 200 g panna, incorporarvi il trito di frutta Stendere il composto sulla superficie del disco di pan di spagna e riporre tutto in congelatore per 10 minuti ovvero il tempo necessario affinchè la panna solidifichi leggermente.
Estrarre il piatto dal congelatore e posizionarlo al centro di un cerchio metallico da 24 cm, rivestito di acetato.
Versare la crema bavarese sulla base di pan di spagna e panna ricoprendola e rivestendola totalmente 
Riporre in congelatore per pochi 5 minuti e quando la superficie del dolce comincia a solidificare leggermente, decorarla con le rimanenti fettine di arancia semicandita.
Riporre nuovamente in congelatore per tutta la notte.
Il mattino successivo, raccogliere lo sciroppo delle arance avanzato in un  pentolino e sciogliervi 1 foglio di gelatina.
Estrarre il dolce dal congelatore, staccarlo dalla carta forno e rimuovere anche il cerchio con il disco di acetato.
Posizionare due pezzi di carta forno sul piatto di servizio sovrapponendoli al centro, porvi il dolce ancora congelato e versare  lo sciroppo sulla torta affinchè si rapprenda rendendola lucida.
Appena la galatina è rappresa, estrarre delicatamente i due pezzi di carta forno tirandoli verso l'esterno e riporre la torta  in frigorifero per consentirne uno scongelamento lento.
Servire il dolce a temperatura ambiente





2 commenti:

  1. Una torta sontuosa!! Della base avevi parlato qualche tempo fa, giusto? Se si potesse congelare o meno: mi sembra proprio di sì! Questi sono i dolci che mi diverte fare, un po' meno mangiare....ma solo perché sono una da dolce secco! E' una meraviglia!
    Sul discorso coro penso sia un gran peccato, qualche anno fa ho avuto una paziente che per tutta la vita avrebbe voluto cantare, ma per vari motivi non c'era mai riuscita. Poi a 70 anni ha deciso di entrare in un coro gospel, mollando il marito a casa un paio di volte a settimana: quando me ne parlava le si illuminavano gli occhi....Prova un'altra strada, se canti da quando sei bambina non puoi mollare per gli impegni degli altri...sono sicura che di cori ce ne sono altri. In bocca al lupo cri

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    1. :-*... è l'unica risposta che mi viene :-) <3 Grazie

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