giovedì 25 ottobre 2012

Risotto alla pizzaiola e un appello (Menù Mediterraneo)


 
Le motivazioni per le quali, qualche sera fa, io mi sia trovata a guardare un film drammatico,  intriso.....vagamente sporcato di horror e di giallo e ad abbandonarne la visione ad una ventina di minuti dall'epilogo, ancora adesso non mi sono chiare.
All'1,30 del mattino, infatti, mi trovavo ancora seduta sul divano intenta a capire se ciò stava avvenendo per giustificato interesse verso l'opera oppure per il desiderio di chiarire a me stessa il senso di una trama che, nella mia ignoranza cinefila, mi permetterei di giudicare evanescente ed insufficiente,
E' così che, una volta optato per il materasso, mi sono scoperta innervosita dalla inestricabile contraddizione esistente tra la stupidità che si era manifestata nell'aver perso ore di riposo per un film il cui genere non rientra "nelle mie corde" e l'ossessione, nella quale spegnendo la TV mi ero infilata, di conoscerne, malgrado tutto, la fine :-/
Ora,...c'è qualcuno che sappia quale sia l'epilogo del film di D. Moll "Lemming - Due volte lei"?
Una storia annoiante, è vero, però.... ormai che mi ci ero messa, avrei potuto portarne a termine la visione senza infliggermi la punizione dell'attuale curiosità....porca puzzola!
Che poi.... ho cercato la trama su internet ma nessuna recensione, per rispetto dello spettatore, chiarisce  chi muoia al termine di una storia che, in maniera scontata, non poteva che condurre alla morte di uno dei tre protagonisti.... sì.... ma quale? UFFA!!!
Mah - dico io - questa accortezza e "gentilezza" varrà per coloro che la recensione la leggono prima di vedere il film; io le recensioni le ho cercate dopo e....non vorrei vedermi costretta a sciropparmi una seconda volta tutto il film...etto avendolo, per altro, già visto quasi nella sua totalità tanto da farmi giungere alla deliberazione: "ho sonno, cosa ci sto a fare, ancora, seduta qui davanti?".
C'è qualcuno che può venire in mio aiuto, dando requie alla curisosità che mi rode?
 
Nel frattempo vi "inoltro" una delle molteplici modalità di utilizzo del pacco da chilo di pomodori secchi, provenienti dalla Calabria, che mi sono stati regalati: buonissimi e saporitissimi.
Quella medesima sera, infatti, ero sola in casa  e così mi sono cucinata questo risotto e, non circondata da "soffiatori sul collo", non solo me lo sono mangiato ma, al momento della "seduta fotografica", ho potuto fotografarmelo senza correre.
L'usuale insufficienza dell'immagine (pari al film di cui sopra!) è esclusivamente frutto dello scarsa conoscenza del manuale di utilizzo allegato alla mia nuova fotocamera, lo studio del quale mi sta impegnado nelle ore serali con la stessa applicazione richiesta ad uno studente lavoratore....
Vi chiedete in che rapporto siano il film con il risotto? Il primo era espressione di fantasie mal riuscite, il secondo è una fantasia rustica... ;-) perchè se cucinare è, attualmente, ricerca di equilibrati abbinamenti tra vari ingredienti, il risotto può definirsi "l'agorà delle fantasie culinarie". 

Risotto rustico alla pizzaiola

Ingredienti per 1 persona:
gr 80 riso Carnaroli
8/10 faldine di pomodoro secco
brodo vegetale
olio
1 spicchietto di aglio
sale
pepe
pecorino
origano (un pizzichino)

Nell'acqua calda far rinvenire i pomodori secchi e tagliuzzarne le faldine.
Versare in un tegame dai bordi non troppo alti, l'olio ed a fuoco basso, farvi rosolare lo spicchietto di aglio. Aggiungere qualche pezzetto di pomodoro secco.
Trascorso un minuto o due, versare il riso ed una volta raggiunta la tostatura, togliere l'aglio e sfumare il riso con l'acqua nella quale si sono fatti rinvenire i pomodori.
Proseguire nella cottura aggiungendo poco per volta il brodo vegetale che nel frattempo sarà rimasto a bollire lentamente su un altro fornello. 
Unire qualche altro pezzetto di pomodoro secco.
Poco prima del termine di cottura, aggiustare di sale, aggiungere le ultime faldine di pomodoro secco.
Fuori dal fuoco mantecare con un giro di olio ed un pochino di pecorino. Una spolverata abbondante di pepe ed un pizzico, appena accennato (a vostro piacimento), di origano.

N.B.: alcune sere prima avevo proceduto a cuocere un risotto simile, partendo da un fondo con la cipolla, sfumando con il vino bianco e mantecando con un po' di olio e burro.
Ottimo....ma in fin dei conti trattavasi, pur sempre, di un risotto con il pomodoro, senza una nota particolare.
Il nipote n. 1 lo aveva commentato dicendo: "....era meglio la salsa!...."
Benchè il suo pensiero fosse carico di "sfida adolescenziale" (visto che ne ha mangiato 3 piatti!!....), tuttavia il ragazzo non era lontano dalla verità... :-)

Inoltre....mi vergogno a confessarlo, ma... mangiando questo risotto mi sono auto-confermata nell'idea di non essere una appassionata del riso Carnaroli; forse apprezzo molto di più l'Acquerello.
Potrebbe anche essere che il Carnaroli non sia il riso giusto per questo tipo di risotto.....
Ora l'ho detto,... sparate pure...!
 

 

mercoledì 17 ottobre 2012

Il pane dello shabbat per riflettere!



Insomma....mi serviva la partecipazione all'MTC di ottobre 2012 per riflettere!
Eleonora, infatti, dal suo blog  ha proposto la realizzazione del "pane dolce" dello shabbat (sabato).
Invero non si tratta della più tradizionale e rituale  "challah" poichè quest'ultima avrebbe impedito ogni apporto di originalità richiesto, al contrario, dalle regole dell'MTC.
Le prescrizioni della religione ebraica non impediscono, tuttavia, che nel "pane dolce", oggetto della gara di questo mese, vengano apportate modifiche mediante l'aggiunta di un ripieno, sebbene anche quest'ultimo debba seguire alcune regole.
E' un pane che viene impastato e cotto prima del tramonto del venerdì per allietare la tavola dello shabbat, del sabato, giornata da dedicare alla famiglia, agli amici, al contatto con la natura; insomma, giornata nella quale si è invitati alla condivisione
Ed è proprio questa parola: "condivisione", che mi ha fatto riflettere.
Confesserò: i numerosi problemi, piccoli e grandi, che hanno contraddistinto i mesi estivi e questa prima parte del rientro alla quotidianità lavorativa, mi hanno un po' chiusa in me stessa ed è mancata proprio la gioia della condivisione.....perchè ci vuole GIOIA nella vita!
Ed allora, con la promessa, rivolta a tutti gli amici che in questi mesi hanno fatto le spese della mia scarsa gioia, di applicarmi maggiormente nella condivisione, vi lascio ad una delle mie pochissime esperienze in tema di lievitati.
....L'MTC obbliga smpre ad affrontare nuove esperienze culinarie ed, invero, abbiamo mangiato un pane leggermente dolce, dalla pasta un po' soda e molto somigliante ad una brioche nonostante la mancanza del burro per il divieto prescritto dalla religione ebraica.
Il "critico" ufficiale di casa (mia madre) lo ha gradito moltissimo e lo rifarò per la sua colazione.
Un ringraziamento ad Eleonora per il pane e per la ...riflessione!

Questa è la ricetta per l'impasto base proposta da Latte e Miele di Eleonora

 
 
PANE DOLCE DEL SABATO (impasto base per due trecce ripiene: una con uva moscato di Francia e l'altra con castagne)

500 gr di farina 0
2 uova grandi medie (circa 60-62 gr con il guscio)
100 gr di zucchero
20 gr di lievito di birra

125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr di sale
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di papavero

Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.

Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.

Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere il ripieno scelto sulle tre strisce di impasto ottenute.
Ed ecco i miei ripieni:
 
Pane dolce dello shabbat con uva 
- un grappolotto di uva (la mia era moscato di Francia con pochissimi semini)
- zucchero semolato
 
non ho fatto altro che lavare l'uva, staccarla dal raspo e passare gli acini nello zucchero semolato. Quindi li ho sparsi sulle tre strisce di impasto che ho provveduto a chiudere e, dopo averne compattato i tre capi iniziali, ho eseguito l'intreccio.
 
Pane dolce dello shabbat con castagne glassate

  
- 600 gr di marroni.
- 200 gr di zucchero di canna
- 40 gr di acqua
 
Qui l'operazione è stata un po' più impagnativa: ho messo le castagne in una pentola portandole a bollore. Dopo 20 min. ho spento il fuoco: le volevo ancora al dente. Le ho quindi pulite togliendo la buccia e la pellicina interna che è venuta via facilmente. Quindi ho fatto sciogliere lo zucchero di canna in una padella antiaderente insieme all'acqua; quando ha cominciato a bollire sciogliendosi, ho aggiunto le castagne che ho fatte rosolare glassandole. Una volta che il ripeino si è raffreddato l'ho steso sulle tre strisce di pasta, chiudendole e procedendo con l'intreccio come per il pane precedente.

Entrambe le trecce, poi, sono state messe nella leccarda del forno preventivamente unta di olio e sono rimaste a lievitare almeno altre due ore.
Quindi le ho "lucidate" con un tuorlo d'uovo al quale erano stati aggiunti due cucchiaini di acqua e le ho cosparse con i semini di papavero.
Quindi in forno statico a 200° per 20 min.

N.B.: a) la lievitazione è molto lunga, due ore non sono bastate. Anzi, trascorse due ore senza che mi risultasse una lievitazione di una qualche rilevanza, le ho messe nel forno acceso a 30°;
b) non stendete troppo sottilmente le strisce dell'impasto perchè altrimenti non c'è materia sufficiente alla lievitazione. Il pane con le castagne, che ho steso per primo, ha risentito di questo errore.
Un abbraccio da Giulietta e...alla prossima!

Urka.....mi dimenticavo di precisare, per chi non lo avesse ancora capito, che con questa ricetta partecipo all'MTC ottobre 2012

MTC Ottobre 2012- Gi sfidanti