giovedì 21 maggio 2015

MTChallenge n. 48: pasta, pomodoro e ceci



Siamo italiani, abbiamo la pasta e tutto il mondo ce la invidia.

Nessuno, all'infuori di noi la sa cuocere e forse anche noi abbiamo qualche incertezza ma le regole per l'ottimale cottura degli spaghetti, le potete trovare qui.
La sfida di questo mese non ha suscitato in me preoccupazione alcuna, vuoi perchè avevo altri problemi da affrontare, vuoi perchè la pasta con il pomodoro fresco, come spiegata da Paola Sabino è un must di casa e l'unica incertezza era costituita dalla possibilità di inserirla come pasto, in una giornata che già non fosse carica di altro cibo.
Riconosciamolo: un piatto di pasta con il pomodoro è davvero il confort food per eccellenza. 
Cosa potremmo trovare di altrettanto coinvolgente quanto una fumante ed allegra  "fiammenghilla" di spaghetti aglio, olio e peperoncino, con l'aggiunta di qualche pomodorino fresco?
Praticamente nulla e se qualcuno ce li propone, nonostante eventuale dieta stretta, è davvero difficile rinunciarvi.
Quest'ultima sfida MTC, dunque, ha suscitato in me una pacata ricerca di un piatto di pasta che potesse stuzzicare anche in ragione di un tocco di leggera novità.
Allora: pasta e ceci. Ok, nulla di troppo nuovo.
Ai quali aggiungere  il pomodoro secondo le regole date da Paola Sabino, qui e poi?
Poi cominciamo a dire che la pasta scelta sono le "casarecce" di Gragnano, che mi è parso ben potessero abbinarsi con i ceci.
Quelli utilizzati da me non sono i soliti ceci, ho infatti scelto il "cece rugoso della Maremma", un cece dalle dimensioni contenute rispetto a quelli più comunemente conosciuti.
Si tratta di un legume coltivato e prodotto nella così detta "Terra dei Tufi" che comprende gli splendidi borghi di Sorano, Pitigliano e Sovana. Questa zona presenta un terreno particolarmente adatto per la produzione di legumi; oltre ai ceci rugosi, infatti, troviamo, il cece nero, il fagiolo tondo (una varietà di cannellino), il fagiolo ciavattone e il borlotto nano.
Si tratta di prodotti che fanno parte di un progetto sulla biodiversità voluto dalla Regione Toscana.
Questi ceci hanno un sapore assai più tenue ed una consistenza più "sottile", meno "pastosa". ed invasiva.
Insomma, mi sono sembrati ottimi per arricchire la pasta ed in abbinamento ai pomodorini Piccadilly.
Ho quindi leggermente innovato il piatto, semplicemente aromatizzandolo con abbondante timo ed una grattata di scorza di limone.

Pasta, pomodoro e ceci



Ingredienti (per 3 persone)
200 g di casarecce
120 g di ceci lessati  (conservando la loro acqua di cottura)
400 g di pomodori Piccadilly
2 spicchi di aglio
olio
pepe 
sale
timo fresco qb
1/2 limone (la scorza)
pecorino romano

Il giorno prima lessate i ceci precedentemente lasciati in ammollo in acqua fredda, per circa 12 ore.
Prelevate 60 g di ceci dal quantitativo complessivo, unitevi due cucchiai della loro acqua  e riduceteli in purea con l'aiuto del frullino ad immersione.
Ponete sul fuoco una piccola padella con un giro d'olio, fatevi soffriggere uno spicchio d'aglio ed eliminato quest'ultimo, scaldatevi la purea ed i rimanenti ceci facendoli insaporire. 
Lavate e tagliate i pomodori Piccadilly  prima per il lungo e quindi suddividete ogni metà in due o tre pezzi a seconda della grandezza del singolo pomodoro.
Ponete sul fuoco moderato una padella di ampiezza tale da poter contenere anche la pasta, una volta cotta.
Versatevi un giro d'olio (basta davvero ungere il fondo) ed unite il secondo spicchio di aglio che farete soffriggere lentamente fino a farlo imbiondire.
Togliete l'aglio, alzate momentaneamente la fiamma ed unite i pomodori a pezzi insieme ad un rametto di rametto di timo. Fate "avvampare" i pomodori per 3-4 minuti quindi abbassate la fiamma e versate nella padella la purea di ceci,
Insaporite con sale, pepe, altro timo ed un grattata di scorza di limone. Se il fondo dovesse risultare troppo asciutto, allungatelo con qualche cucchiaio di acqua di cottura dei ceci. In qualche minuto avre
Nel frattempo avrete messo sul fuoco anche la pentola con l'acqua necessaria alla cottura della pasta.. Al bollore, versatevi una manciata di sale grosso ed infine la pasta.
Poco prima del termine di cottura, quando vi verrà da pensare che le casarecce siano "ancora un po' indietro", scolatele immediatamente, conservando un mestolo della loro acqua che verserete nella padella del sugo. 
Unitevi le casarecce, sino a completamento della cottura  SENZA eliminarne, tuttavia, in maniera integrale, "l'anima" interna.....
Condire con una spolverata di pecorino romano e, volendo, anche con un giro d'olio a crudo (a me pitce molto!)

Ed anche questo mese, mi aggiudico la partecipazione a questo 48esimo  MTC .grazie a questa pastaciutta che mi assaporo anche solo raccontandola. 












lunedì 11 maggio 2015

La Vignarola per sagra del Carciofo di Chiusure


Accade per esempio, anzi, è accaduto che il 26 aprile io abbia partecipato alla Sagra del Carciofo di Chiusure (SI), uno storico e piccolissimo borgo a pochi chilometri da Asciano (SI) e dall'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, nel cuore della campagna senese 
Un borgo dal quale si gode quello spettacolo assolutamente unico, costituito dal verde intenso delle colline a contrasto con l'aridità delle "crete" senesi. 

Uno scenario nel quale da tempo desideravo immergermi durante i mesi primaverili poichè, in genere, io "vivo" quelle zone in estate, quando la campagna assume il colore giallo-oro bruciato dal sole.
L'organizzazione della Sagra aveva infatti richiesto all'AIFB (Ass. Italiana Food Blogger) tre food blogger che presentassero i "frutti" delle loro regioni di appartenenza.
E' così che, in un sorridente confronto con un produttore del carciofo di Chiusure,



Andrea Zinno (blog Tra pignatte e sgommarelli) ha presentato il carciofo romanesco, Cristina Annatelli (blog  Kitchen Cri), quello veneto ed io il carciofo di Albenga.
Il carciofo di Chiusure, dotato di una particolare carnosità, è  perfetto gustato fritto in "pastella" ma è altrettanto ottimo anche per realizzare una cremosa zuppa o per condire la pasta. Ne sono testimone dopo essermi immersa tra la folla assiepata attorno allo stand culinario




Un incremento della coltivazione con conseguente accordo tra i produttori, consentirebbe ed autorizzerebbe la richiesta di riconoscimento della IGP.

Beh.... è vero che ormai non è più tempo di carciofi ma durante l'inverno avevo messo da parte, per una qualche utilizzazione futura, alcuni gambi di carciofo già tagliati a "rondella" e nello scrivere questo post mi è venuta voglia di fare un arrangiamento del tutto personale della "vignarola". IUn desiderio che albergava in me da quando avevo discusso di "vignarola" con  Cristiana la cui ricetta originale trovate qui
Un piatto della tradizione laziale che è possibile cucinare solo quando si realizza quella contemporanea e fugace coesistenza tra fave, piselli e carciofo romano.
La stagionalità del carciofo di Albenga non consente a noi liguri di cucinare questo piatto, ma la "mammola" (carciofo romano senza spine) inizia a crescere un mese circa dopo e, anche se non sempre, riesce a raggiungere la stagione dei piselli e delle prime fave.
La "vignarola" è tale solo se la aromatizzi con la "mentuccia", un'erbetta che cresce solo in centro Italia ma io....in uno dei miei ultimi viaggi a Roma, mi ero procurata l'oggetto dei desideri: un pacchetto di mentucccia secca.
Voci romane mi dicono che non è la stessa cosa. la "vignarola" si aromatizza con la mentuccia fresca, però...in mancanza ho dovuto fare di necessità virtù e devo dire che, all'assaggio, si percepiva un piacevole aroma inusuale per i palati liguri.
Ed allora vi presento il mio personale adattamento della

"Vignarola"

Ingredineti: (per 6 persona)
350 g di gambi di carciofo (o, meglio e secondo tradizione, cuori di carciofo)
350 g di piselli sgusciati
350 g di fave sgusciate
1 spicchio di aglio
250 g di guanciale
1 cipollotto fresco
vino bianco
olio extra vergine di oliva
sale 
pepe
mentuccia

Premesso il lavoro necessario ad aprire i bacelli di piselli e fave, ed eliminata anche la buccia esterna delle fave più grosse, è possibile dedicarsi alla realizzazione di questo piatto.
Affettate, dunque, grossolanamente il cipollotto e tagliate a cubetti non troppo piccoli il guanciale.
In un tegame piuttosto ampio, surriscaldare quest'ultimo a fuoco bassissimo sino a quando il grasso diventa trasparente.
Raccogliete, scolandoli dal grasso, i cubetti di guanciale e metteteli da parte.
Fate soffriggere nel grasso lo spicchio d'aglio e quando comincerà ad imbiondirsi, toglietelo versando nel tegame i gambi di carciofo ed il cipollotto (che io ho inseriti per primi perchè più coriacei rispetto alle fave ed ai piselli).
Abbassate la fiamma e fate stufare per cinque minuti, sfumando anche con un po' di vino.
Unite quindi i piselli e le fave; aromatizzate con una leggera spolverata di mentuccia e contin uate la cottura a fuco basso, e coprendo con un coperchio. 
Durante la cottura aiutatevi anche con un giro di olio e qualche cucchiaio di acqua qualora il fondo fosse troppo asciutto.
Quando le verdure cominceranno ad ammorbidirsi, versare nel tegame anche i cubetti di guanciale. Aggiustare il sapore con sale e pepe. Servire.   




martedì 5 maggio 2015

The Recipe-tionist: tarte fragole e panna per festeggiare


Sto vivendo un  periodo di tensione ed al tempo stesso avverto il mio nervosismo con senso di colpa perchè ho buone ragioni per credere che la causa della mia tensione sia infondata.
Solo il tempo, tuttavia, potrà darmene conferma.
Insomma, come avrete capito, me la canto e me la suono e mi avvolgo pure su me stessa come un gomitolo, mentre ci sono ottimi motivi per rallegrarsi delle cose belle che mi accadono.
Ebbene sì, riconosco che in questo periodo ho avuto anche occasione per divertirmi. Una di queste è stata la vittoria del Recipe-tionist, il contest ideato da Elisa Baker di Cucicuocidici.
Elisa, tra le cinque ricette proposte da Cristiana,  ha scelto la mia Apple and blackberry pie 
Mi intriga e mi preoccupa questo gioco, perchè ora chiunque, dotato di un blog, potrà partecipare, realizzando una mia ricetta, secondo le regole che potete trovare qui.
A questo punto sta a voi, "colleghe" foodblogger, migliorare una o più delle mie ricette eliminando o aggiungendo un (solo) ingrediente e/o modificandone il procedimento di realizzazione.
Insomma Elisa ha ideato un gioco che apre al confronto e questo è una "variabile" della vita  che da sempre mi "stuzzica".
La disponibilità al confronto è qualcosa che non solo permette di conoscere e valutare punti di vista diversi dai propri ma anche di migliorarsi.
Opportunità ancor più facilmente concrete quando hanno ad oggetto ciò che realizziamo in cucina.
E poichè proprio nei momenti di difficoltà scopro che "Se cucino...sorrido", per festeggiare vi propongo questa torta.
Non è forse vero che le fragole si mangiano insieme alla panna?
Allora mettiamole all'interno di un guscio di sablée realizzato secondo la ricetta del "mio amico" M. Roux

Tarte panna e fragole (stampo con fondo removibile da 24 cm)

Per la pasta sablée di M. Roux
Ingredienti
250 g di farina
200 g di burro
100 g di zucchero a velo setacciato
1 pizzico di sale
2 tuorli (uova medie)

Tagliate a pezzettini il burro freddo e poi lasciatelo leggermente ammorbidire.

Nel bicchiere del mixer versate la farina,, il burro, lo zucchero ed il sale.
Azionate con la funzione pulse finchè otterrete un "briciolame"
Unite i tuorli ed azionate nuovamente con funzione pulse per pochi attimi affinchè i tuorli comincino ad amalgamarsi al resto dell'impasto.
Versate il contenuto del bicchiere sul piano di lavoro ed impastate con decisione ma rapidamente per non scaldare l'impasto sino a che divenga omogeneo e liscio.
Formata una palla, schiacciatela leggermente per formare un disco piatto, avvolgetelo con la pellicola e riponetelo in frigorifero.
Lasciate riposare in frigorifero minimo 30 minuti ma anche un'intera notte.
Trascorso il tempo indicato, fate  riscaldare leggermente l'impasto per poterlo lavorare meglio.
Stendete un foglio di carta forno, posizionatevi sopra il disco di sablée, copritelo con un altro foglio di carta forno e con l'aiuto di un mattarello cominciate a stenderlo, facendogli fare un giro di 90* al termine di ogni passaggio.
Formato un disco di circa 27-30 cm. inseritelo delicatamente all'interno dello stampo,  foderandolo e bucherellate il fondo con l'ausilio dei rebbi di una forchetta.
Riponete nuovamente in frigorifero e preriscaldare il forno a 170°C
Coprite il guscio di sablée con un foglio di carta forno e riempite l'incavo con dei pesi (fagioli o pesi in ceramica) e fate cuocere per circa 20 min.
Estraete il guscio dal forno, liberatelo dai pesi e continuate la cottura sino a leggera doratura.
Fate raffreddare.

Per il cremoso alla vaniglia
Ingredienti: 
120 ml di panna
1 tuorlo (uovo medio)
30 g di zucchero semolato
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
3 g di colla di pesce
60 ml di panna

Per la gelée di fragole
Ingredienti:
370 g di fragole
80 g di zucchero semolato
1/2 limone
4 g di gelatina.

Lavate e mondate le fragole, tagliandole a tocchetti piccoli
Idratare il foglio di gelatina in 10 g di acqua 
In un pentolino scaldare la panna con la vaniglia e versarla a filo,  sul tuorlo che avrete leggermente sbattuto con lo zucchero.
Portare il composto a 82°C. Otterrete una crema inglese la cui temperatura dovrà abbassarsi a circa 40° C per potervi sciogliere la gelatina.
Semimontate la restante panna (60 ml) e quando la crema avrà raggiunto i 30° C unite delicatamente, con l'aiuto di una spatola e con movimenti dal basso verso l'alto, anche quest'ultimo ingrediente.
Versate il composto nel guscio di sablée, riempiendolo sino alla metà
Riponete in frigorifero affinchè il composto si solidifichi.

Per la gelee di fragole, idratate la gelatina
Ponete su una fiamma bassa, una padella nella quale avrete versato le fragole con lo zucchero e qualche goccia di succo del limone. 
Attendete che lo zucchero si sia sciolto e le fragole abbiano emesso il loro liquido e, quindi, spegnete la fiamma, lasciate che la temperatura si abbassi ed unite la gelatina.
Riponete le fragole in frigorifero e quando il composto avrà raggiunto i 30°C versatelo sul cremoso, cercando di spargere le fragole senza smuovere il cremoso sottostante.
Riponete in frigorifero affinchè la farcia si solidifichi definitivamente

Vi attendo, dunque, per la messa alla prova delle mie ricette secondo le Regole del The Recipe-tionist
Lasciate qui sotto i link relativi alle vostre ricette ed inseritele soprattutto sotto il relativo post nel blog di Elisa.