martedì 10 novembre 2015

Il senso di Expo 2015 ed il purè al lime di M. Cedroni


Expo 2015 si è chiuso ed io, che mi ero ripromessa di visitarlo più volte, ho avuto problemi che mi hanno impedito di realizzare il mio progetto.
Difficoltà che ho potuto considerare superate solo ad ottobre quando l'Area era ormai presa d'assalto da una marea di visitatori desiderosi di non perdersi questa opportunità.
Se da un lato ero animata dalla "curiosità" di conoscere le specificità degli altri Paesi con riguardo al cibo, dall'altro intendevo comprendere il senso di una manifestazione di tal genere.
La prima visita mi è stata utile per conoscere il "sito" e capire come fosse logisticamente organizzato Ma la vera svolta nella comprensione di Expo è avvenuta il 14 ottobre.
In quella data, prima di accedere al padiglione CIBUS per un evento offertomi da DHL, ho avuto la possibilità di visitare il Biodiversity Park, Area Tematica di Expo Milano 2015 dedicata alla biodiversità.

Nel prendere visione dei filmati previsti nel percorso, mi è tornata alla mente l'emozione vissuta ad ottobre 2014 quando avevo visto concretizzarsi la sinergia realizzatasi tra Slow Food e DHL per l'allestimento del Padiglione Terra Nostra all'interno del Salone del Gusto: cura e passione avevano animato il trasporto  svolto da DHL non solo di sementi ma anche di prodotti freschi nati dal lavoro di contadini e piccoli produttori viventi in zone estreme dell'Asia e dell'Africa, nel desiderio di farne conoscere la specificità ad una società industrializzata come quella nella quale viviamo.

Con la visita ad Expo, ho capito il significato dell'espressione "Nutrire il pianeta".
Solo avendo grande cura della terra che abitiamo, avremo la possibilità di dare concretezza al diritto al cibo sano, sufficiente e nutriente che spetta ad ogni uomo.
Un diritto fondamentale che può realizzarsi solo se vi sarà l'impegno a cessare ogni sfruttamento intensivo della terra, rendendole la possibilità di produrre ciò che le è specifico in quella determinata zona e creando le condizioni affinchè i campi situati nelle zone più sperdute del mondo possano essere irrigati in maniera equilibrata senza essere colpiti dalla bruciante siccità o da devastanti inondazioni.
Solo diversificando le coltivazioni e recuperando la specificità di semenze che rischiano l'estinzione potremo davvero restituire alla terra la sua forza per nutrire tanto il Pianeta quanto la popolazione che lo abita, nel rispetto del clima, dell'assetto idrogeologico e delle proprietà organiche di ogni suolo. 
La Carta di Milano che potete leggere qui, proprio a questo si riferisce.

E giunta a questo punto credo meriti una sottolineatura il grande dono che ha ricevuto l'Italia sin dalla creazione del mondo.
La sua magnifica storia culturale, sociale, umana e ...culinaria affondano le proprie radici nel clima. L'Italia è uno dei pochi paesi al mondo che conosce davvero le quattro stagioni (e Vivaldi non avrebbe potuto comporre ciò che ha composto, se non fosse nato in Italia). 
Avere quattro stagioni, con l'equilibrio tipico della latitudine alla quale viviamo, ci ha permesso di sviluppare la creatività in moltissimi campi dello scibile umano e di essere quelli che siamo anche dal punto di vista dell'arte e della letteratura.
A maggior ragione il nostro clima ci ha consentito di costruire una storia della cucina che nessun altro può permettersi.
Abbiamo tra le mani un potenziale che potremmo far fiorire solo mettendoci a riflettere un attimo.... Da quella visita, io sono un'italiana più convinta che mai. 
Anzi, ho anche deciso di....smettere di lamentarmi del freddo: primavera, estate, autunno ed inverno come li abbiamo noi, sono esattamente la radice della nostra forza. 

Forse questa foto....di un cibo semplicissimo come le patate
aiuta a comprendere cosa si intenda per biodiversità 


Ecco...la biodiversità riguarda ogni genere di semente. 

Quel 14 ottobre, colta da cotanta "illuminazione" ed invitata da DHL ho avuto l'opportunità di partecipare ad una sfida culinaria tra squadre di foodblogger sotto la guida di Moreno Cedroni, chef patron dei locali Madonnina del pescatore di Senigallia, il Clandestino di Portonovo e di Anikò sempre a Senigallia.
Cedroni ha proposto alcuni piatti per la realizzazione dei quali, nel nostro ruolo di sfidanti, abbiamo dovuto sviluppare alcune componenti secondo le sue indicazioni.
Poichè mi piace cucinare ma, non essendolo, non amo affatto darmi arie da professionista della cucina, vi proporrò una ricettina semplicissima.
Un purè al lime.
Sembra non particolarmente appagante l'abbinamento tra un filetto di pesce ed un purè di patate, ma la "sapienza" autentica sta nel saperne equilibrare i sapori ed allora anche un purè diventa un accompagnamento per creare un secondo piatto elegante ed equilibrato

Carpaccio tiepido di orata, purè al lime, salsa rucola

Sfilettate 500 g di orate togliendo le spine centrali e ricavatene fette sottili.
Disponetele a cerchio sopra un foglio di carta da forno .

Per il salmoriglio tritate 6 g di rosmarino ed unitelo a 100 g di olio extravergine, 20 g d’acqua, 2 g di succo di limone .

Per il pure al lime 
500 g di patate
40 g di olio extravergine di oliva
200 ml di latte
sale
lime
cuocete le patate avvolte con la pellicola 7/8 minuti nel microonde, quindi sbucciatele e passatele nel passapatate, raccogliendole in un recipiente che vi consenta di amalgamare gi successivi ingredienti aiutandovi con una frusta.
Unite l'olio extravergine e, a seguire, il latte tiepido sino ad ottenere la consistenza desiderata.
Regolare di sale e grattate in maniera equilibrata le zeste di un lime.

Per la salsa rucola, sbollentate 20 g di rucola poi aggiungete nel frullatore 50 g d’acqua 20 g di olio extravergine ed un pizzico di sale: frullate e passate al setaccio.
Infornate il pesce a 180° per un paio di minuti, rovesciate sul piatto, aggiungete il salmoriglio, il purè al centro e la salsa di rucola intorno.











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