martedì 13 novembre 2012

Alla ricerca della torta perduta: un'anomala crostata con la ricotta (Menù Mediterraneo)


Nella ricerca di un dolce a completamento del "Menù mediterraneo" colgo l'occasione per pubblicare nuovamente questo post perchè, per un mio errore di digitazione, da diversi mesi era stato retrocesso "dietro le quinte" del blog.
Peraltro, essendo stato postato agli albori dell'apertura del blog sono certa che risulterà quasi nuovo perchè, all'epoca, molti amici ignoravano l'esistenza della mia nuova "creatura" ;-).
Questa torta appartiene alla memoria" di tutta la mia famiglia perchè è legata a mia nonna materna la quale, benchè figlia unica, era dotata di un certo numero di cugine che non mancava di frequentare.
Una di queste, in particolare, ci invitava tutte le estati ad una merenda nell'orto di proprietà sua e del marito.
Chi conosce le merende toscane sa di cosa io stia parlando.
Sotto "la pergola" ci accoglieva una tavola imbandita con stoviglie essenziali ma carica di sapori dei quali ancor oggi vado a caccia e non sempre con esiti positivi.
Il pane toscano uscito dal forno a legna dell’unico fornaio della zona (ormai un sapore introvabile), il prosciutto e la salsiccia dei maiali di loro proprietà, il pecorino e la ricotta freschissima delle loro pecore, i pomodori e la frutta del loro orto ed i miei primi sorsi di vino proveniente dalla loro vigna.
Da quelle terre, tempo dopo, sarebbe nato il Morellino di Scansano ma negli anni ai quali mi riferisco, il vino non era ancora oggetto di sofisticate attenzioni e dalla botte usciva….”il vino”, con tutti i pregi, i difetti e l'annuale sorpresa del semplice processo di macerazione dell’uva.
Quelle merende si concludevano con un dolce di stampo assoltamente casalingo ma altrettanto godurioso.
Si tratta di quella che io ho conosciuto con il nome di "crostata con la ricotta", benchè consapevole che nulla avesse in comune con la pasta frolla usualmente da tutti utilizzata.
Di questo dolce dell'infanzia mi mancava la ricetta e i tentativi di replica, nel tempo elaborati, non hanno mai raggiunto “quel sapore"!
Finalmente Paola di Ammodomio mi è venuta in soccorso e qui ho trovato….ho trovato…..ho trovato ciò che cercavo!!!
La ricetta rinvenuta di per sè è ottima ma ho preferito apportare qualche leggera modifica nel desiderio di rendere il dolce più simile al sapore ed alla consistenza di quello sperimentato in allora.
Invero mio fratello che  in questo caso era l'unico a poter riconoscere il dolce della nostra infanzia, l'ha apprezzato moltissimo anche se sostiene non essere esattamente lo stesso di “quei tempi”……:-P.
Nonostante, infatti, la mia volontà di attribuire a questa torta quella "casalinghità" probabilmente legata tanto alla mano di Elisabetta (la cugina della nonna) quanto alla materia prima da quest'ultima utilizzata, alla mia riproduzione resta una nota  un po' più delicata ed elegante che deriva dall’equilibrato adeguamento ai gusti culinari attuali.
Ne risulta una torta vellutata, morbida ed umida che senza dubbio strizza l’occhiolino a quanto si apprezza oggi rendendola perfetta anche per un fine pranzo.
Se la provate, fatemi sapere!

Crostata” con la ricotta. 
(rispetto alla ricetta di Paola di Ammodomio, che ringrazio per il regalo, ho apportato le modifiche necessarie anche alla misura dello stampo da me utilizzato)


Ingredienti
per la pasta base
200 gr di farina
100 gr di burro fuso
2 uova intere
1 tuorlo
100 gr di zucchero
2/3 cucchiai di latte
il succo di mezzo limone
1,5 cucchiaino di lievito
vaniglia
1 pizzico di sale

per la farcia
600 gr di ricotta
200 gr di zucchero
il succo di mezzo limone e la buccia grattata del limone intero
1 uovo intero
vaniglia
alcune cucchiate di marmellata di prugne (a piacere….ma non troppa)

Base: Setacciare farina e lievito
Fondere il burro e lasciarlo raffreddare
Montare le uova (sia quelle intere che il tuorlo) con lo zucchero finchè diventino chiare e spumose (ho usato le fruste elettriche)
A questo punto mischiare una cucchiaiata della montata di uova e zucchero con il burro fuso ormai raffreddato.
Aggiungere alla montata qualche cucchiaio di farina, il pizzico di sale, il latte e il limone (succo e buccia) quindi, poco a poco, il resto della farina alternandolo con il miscuglio di burro, Mescolare con delicatezza.
Farcia:Mescolare tutti gli ingredienti sino ad ottenere una crema uniforme
 
Assemblaggio: Imburrare uno stampo da 30 cm e versarvi l’impasto di base stendendolo uniformemente.  Porvi sopra, a cucchiaiate, la crema di ricotta e stenderla con delicatezza.
A quasto punto spargere quà e là sulla crema alcune cucchiaiate di marmellata di prugne.
Infornare a 180° per 30 min., lasciar raffreddare il dolce e sformarlo.

n.d.r:
a) nutrivo incertezze: ho usato un comunissimo stampo per torte antiaderente e avendo coperto tutto l'impasto di base con la ricotta, mi domandavo come avrei fatto a staccare la torta dalla teglia. Nessun problema: l’impasto di base, con la lievitazione in  forno, si è fatto strada tra la ricotta e le pareti dello stampo creando un gradevole e morbido “cestino” che si è staccato da solo,
b) Il problema più grave l’ho ovuto per la fretta: nella curiosità di capire se avessi realizzato la torta della mia memoria, non ho avuto la pazienza di attendere che si fosse raffreddata adeguatamente. Nel girarla, pertanto, ho rovinato la farcia nella parte centrale. La prossima volta utilizzerò uno stampo apribile....
c) Elisabetta a quanto ricordo non utilizzava tutto l'impasto per la base ma ne lasciava da parte alcune cucchiaiate per spargerle sopra la farcia quà e là insieme ad alcuni ciuffi di marmellata.  Questa presentazione credo giustifichi, nel linguaggio del luogo, il nome “crostata” attribuito a questo dolce ;-) In tal caso sarà opportuno utilizzare gr 250 di farina anzichè gr 200. 
Buona settimana.
Giulietta






9 commenti:

  1. Giulietta che bel dolce. Il sapore di ingredienti sani e autoctoni che si perde nei nostri giorni fatti di cibi clonati.
    Voglia di tornare indietro nel tempo a ricercare quel gusto unico che, a volte, riusciamo per miracolo a recuperare. Dietro ci sono nonne, mamme e zie che ci elargiscono sprazzi di buono che resta e si riaffaccia al nostro modo di cucinare.
    Mi sa che, una volta smaltiti i dolci appena preparati, la tua crostata con la ricotta farà capolino anche sulla mia tavola.
    Buona settimana.
    Nora

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    1. Nora, quando l'avrai fatta, mi saprai dire... Vedrai che è in grado di reggere bene anche un fine pranzo di un certo impegno.

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  2. ... ma è quella che faceva la nonna che mangiavo anche io? a volte mi ricordo che nella ricotta metteva unpo' di alkermes, è quella? ... che malinconia, grazie giulietta per raccogliere questi preziosi tesori...

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    1. Ora che mi parli di alchermes.....sì, a maggior ragione penso proprio sia quella! Se la fai ti renderai conto che è un pochino ingentilita rispetto a quella "storica" (che ricordiamo noi) ma è.....bbbbbuona anche perchè carica di ricordi. Bacio
      P.S. tu potrai aggiugerci l'alchermes :-)

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  3. Be', anche mia mamma faceva una crostata con la ricotta, ma forse perché più giovane delle cugina di tua nonna, aveva sostituito la marmellata con la nutella... L'ho fatta tante volte, i miei figli vanno in visibilio e io, ogni volta, ritorno bambina...

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    1. per questo non potevo accettare che restasse nelle quinte del blog dove, per errore, l'avevo cacciata! E' una torta dei ricordi e, ammoderniamola pure ma non deve andare perduta.

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  4. L'avevo già letta ma strano non commentata! Eppure mi aveva colpito moltissimo anche allora! La faccio al più presto! Baci

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  5. bòòòna la hrostaha della zia elisabetta!

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    1. Conoscevi già questo dolce? se non l'hai ancora assaggiato prova a farlo perchè è buonissimo. Grazie per la visita ed il commento.

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