I fatti sono questi: mio nonno materno, di origini laziali, tutte le volte che ci capitava di condividere la bruschetta toscana (pane abbrustolito, ben intriso di aglio fresco, un pizzico di sale ed un giro d'olio), raccontava che da bambino aveva mangiato il "panunto"; ne parlava con occhi sognanti ma alla richiesta di maggiori precisazioni, entrava in una "nebulosa" dalla quale traeva solo due ingredienti: pane e zucchero...una volta disse anche....cannella!
Quante volte gli avrò opposto, interrogandolo, l'assoluta impossibilità che una preparazione, chiamata "panunto", non comportasse anche l'aggiunta di un grasso per...ungere, altrimenti di che "unzione" si sarebbe trattato? Senza contare che lo zucchero non avrei mai capito come utilizzarlo.
Non parliamo, poi, della cannella: sapore assolutamente distante dalla consuetudine familiare all'epoca alla quale i miei ricordi si riferiscono.
La confusione cresceva ulteriormente di fronte alle tradizioni presenti in tante altre ragioni italiane nelle quali con il termine "panunto" si indicano bruschette molto simili a quella tipica toscana, con aggiunta di pomodori o altri ingredienti.
Insomma, un mistero che, in assenza di internet quale strumento quotidiano (mio nonno è mancato nel 1994), non ero stata in grado di dipanare, nessun conforto ottenendo anche dalla nonna la quale si limitava a scuotere la testa per indicare l'inutilità dei ricordi del marito, nella certezza che il medesimo chissà cosa aveva "sognato" di mangiare.
Accade tuttavia che, qualche tempo fa, navigando nel web, vado a scoprire che Panunto era il nome d'arte di Domenico Romoli, cuoco di epoca rinascimentale.
Domenico Romoli, detto "Panunto" fu autore di un'importantissima opera del 1560, denominata Singolar dottrina, che conteneva, tra le tante, anche la seguente ricetta:
“Fate bollire…la sommata (lonza). La gota (guanciale) di un porcastro giovane bisogna che si mezza cotta. Pigliate un pan tondo e basso, spartito per la metà, e una fetta di lardo…tagliate la sommata in fette, mettetela sul pan unto, tagliatela sottile e si mangi con aceto forte e spezie dolci.
"Panunto" era il nome di questa preparazione e qui non so se "nacque prima l'uovo o la gallina," ovvero se la preparazione prese il nome del suo cuoco o se, più probabilmente, fu Domenico Romoli ad assumere il nome con il quale era conosciuta la ricetta.
Evidentemente, con il termine "panunto", veniva indicato qualsiasi preparazione che contenesse, tra gli ingredienti, il pane unto con un qualche grasso.
L'aver colmato il vuoto della mia ignoranza, tuttavia, non aveva ancora sciolto il mistero di ciò che aveva allietato l'infanzia del nonno perché è ovvio che questa pietanza non potesse essere l'oggetto dei suoi ricordi.
Evidentemente, con il termine "panunto", veniva indicato qualsiasi preparazione che contenesse, tra gli ingredienti, il pane unto con un qualche grasso.
L'aver colmato il vuoto della mia ignoranza, tuttavia, non aveva ancora sciolto il mistero di ciò che aveva allietato l'infanzia del nonno perché è ovvio che questa pietanza non potesse essere l'oggetto dei suoi ricordi.
Una successiva "botta" di fortuna mi ha permesso di scoprire che il "panunto" con zucchero e cannella era una prelibatezza la cui ricetta faceva bella mostra di sè nella Singolar dottrina sotto la voce "panunto con provatura" con le seguenti indicazioni culinarie: "quando havrete fatte le fette del pane abbruscate, mettetele a soffriggere con butiro. rivolgetele una volta, distendete le fette nella padella et mettetevi per ciascuna una fetta sottile di provatura fresca; mettasi di sopra il coperchio caldo e come la provatura sarà risolata, spruzzivisi un poco di acqua di rose et mettavisi disopra il zuccaro e cannella, cavate poi, mandatele in tavola et sopra tutto operate che si mangino calde"
La provatura pare fosse un formaggio fresco alla panna, attualmente sostituibile con mozzarella di bufala.
Una simile scoperta non poteva restare senza seguito ed ho cercato una modalità per replicare, in versione leggermente più aggiornata, la ricetta del "panunto con provatura".
Sono giunta alla conclusione che questo "stuzzichino dolce" altro non sia che l'antenato dei cinnamon rolls americani.
Panunto con zucchero e cannella
Ingredienti
pane per tramezzini
burro
mozzarella di bufala
zucchero
cannella
Preriscaldare il forno, inserendo la funzione grill, a 200° C.
Affettare la mozzarella e comporre una mistura di cannella e zucchero.
Tagliare a quadratini il pane e, dopo averli sistemati su una placca ricoperta di carta forno, infornarli fino a raggiungere una leggera doratura.
Ancora caldi, spennellarli con un po' di burro fuso, coprire ogni quadratino con le fettine di mozzarella, spolverare con la mistura di cannella e zucchero.
Infornare nuovamente sino a quando la mozzarella si sarà sciolta.
Servire ed assaporare questo stuzzichino dolce.
n.d.r.
a) E' chiaro che ho ingentilito una ricettina che, ai tempi di mio nonno, deve essere stata assai più "rude" realizzata, come immagino, nelle case dei contadini della Maremma laziale, utilizzando fette di pane casareccio, molto simile a quello pugliese;
b) Limitando la quantità di zucchero, ne risulta uno stuzzichino semi-dolce che potrebbe essere offerto anche come aperitivo in una cenetta estiva un po' rustica e agrodolce.
Panunto con zucchero e cannella
Ingredienti
pane per tramezzini
burro
mozzarella di bufala
zucchero
cannella
Preriscaldare il forno, inserendo la funzione grill, a 200° C.
Affettare la mozzarella e comporre una mistura di cannella e zucchero.
Tagliare a quadratini il pane e, dopo averli sistemati su una placca ricoperta di carta forno, infornarli fino a raggiungere una leggera doratura.
Ancora caldi, spennellarli con un po' di burro fuso, coprire ogni quadratino con le fettine di mozzarella, spolverare con la mistura di cannella e zucchero.
Infornare nuovamente sino a quando la mozzarella si sarà sciolta.
Servire ed assaporare questo stuzzichino dolce.
n.d.r.
a) E' chiaro che ho ingentilito una ricettina che, ai tempi di mio nonno, deve essere stata assai più "rude" realizzata, come immagino, nelle case dei contadini della Maremma laziale, utilizzando fette di pane casareccio, molto simile a quello pugliese;
b) Limitando la quantità di zucchero, ne risulta uno stuzzichino semi-dolce che potrebbe essere offerto anche come aperitivo in una cenetta estiva un po' rustica e agrodolce.
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